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Apprendimenti
Le testimonianze di seguito riportate sono tratte dai lavori progettuali degli studenti dell’Università di Cassino, Facoltà di Lettere e filosofia, Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione che hanno frequentato il corso di Organizzazione Aziendale dal 2003 al 2006 sia per la laurea triennale che per quella specialistica. I corsi sono stati tenuti dal prof. Renato Di Gregorio e hanno avuto come cultore della materia la dott.ssa Maria Ausilia Mancini.
 
Margarita, 2004- Centro Sociale per l’Handicap medio di Aquino
 
Devo ammettere che il corso di organizzazione è stato interessante, anche se ho avuto molte difficoltà ad effettuare la stesura del progetto, ho dovuto modificarlo numerose volte perché non avevo compreso a fondo i criteri della formazione-intervento,  devo anche ammettere che non mi sono impegnata seriamente, sottovalutando  l’utilità di tale apprendimento per il futuro. In particolare ho trovato molto interessante la fase del benchmarking, perché mi ha permesso di entrare in contatto con le realtà di diverse regioni, inoltre essendo molto timida mi ha aiutato a relazionarmi con diverse persone anche se solo telefonicamente.
Nel corso della stesura del progetto ho avuto modo di sperimentare ciò che negli ultimi anni universitari avevo acquisito solo in teoria.
Inoltre, elaborare un progetto, richiede l’affinamento di alcune tecniche quali: l’abilità di ricercare informazioni inerenti alla situazione di partenza, la capacità di rilevazione dei bisogni, l’abilità di scegliere l’obiettivo principale ed infine, l’attuazione dello stesso progetto.
 
Bevilacqua, 2004- Centro Sociale di Potecorvo
Il corso di organizzazione aziendale tenuto dal professor Di Gregorio e incentrato attorno al tema della metodologia dal lui stesso sperimentata e messa a punto, ovvero la formazione-intervento, è stato molto utile e interessante per me per diverse ragioni:
§          innanzitutto perché non mi ero mai trovata in precedenza a dover affrontare un esame teorico-pratico e, per questo, il corso ha rappresentato per me un’occasione di crescita e di arricchimento culturale;
§          in secondo luogo perché mi ha insegnato ad osservare e ad analizzare le dinamiche presenti all’interno di un’azienda.
Tutto ciò, sono sicura, mi potrà essere utile soprattutto quando anch’io sarò inserita fra le maglie del tessuto lavorativo poiché mi aiuterà a guardare tutto sotto un’altra ottica: un’ottica sicuramente più realistica e pratica.
Seguendo il corso, inoltre, ho imparato ad elaborare un progetto di formazione destinato ad un’azienda facendo leva solo sulle mie capacità, sul mio impegno e sulla mia voglia di imparare cose sempre nuove e non usuali.
Pertanto, nonostante le difficoltà iniziali dovute essenzialmente al fatto che mi sono trovata ad affrontare un compito del tutto sconosciuto, adesso mi sento particolarmente soddisfatta di aver avuto l’opportunità di entrare in contatto con l’ideatore di un nuova metodologia, di essermi trovata nella condizione di doverla comprendere e utilizzare come se fossi il responsabile di una grande azienda o un formatore di alto livello.
Sono molto orgogliosa, infine, di aver acquisito delle competenze nuove, soggette a continuo perfezionamento, spendibili nel mondo del lavoro.
 
Lisi, 2005, SUAP di San Giovanni Incarico
Le difficoltà incontrate sono state notevoli. Tutte le fasi del mio percorso hanno presentato degli ostacoli; ho impiegato troppo tempo per comprendere i meccanismi della progettazione.
È stato un percorso difficile che però mi ha permesso di capire l’importanza della metodologia della formazione-intervento, e di cogliere tutti quegli elementi che la diversificano dalla formazione classica.
Questo progetto mi ha dato anche la possibilità di avvicinarmi, alla cultura organizzativa.
Per definizione, la formazione- intervento, rappresenta quel percorso che consente di realizzare un cambiamento, attraverso un processo di auto apprendimento.
L’ obiettivo di questa metodologia, è quello di migliorare l’organizzazione, e ciò che conta davvero, non sono tanto i contenuti, quanto il metodo.
 
 
Mongillo, 2005 – URP per il Comune di Cassino
Il 18 Marzo 2004 è iniziato per noi studenti della Laurea Magistrale in “Programmazione e gestione dei Servizi educativi e formativi” il corso di Organizzazione Aziendale tenuto dal prof. Renato Di Gregorio di 36 ore d’aula pari a 6 crediti formativi.
Sin dalla prima lezione avevo intuito che qualcosa di nuovo c’era nell’aria, ero certa che questo corso avrebbe allargato i miei orizzonti e mi avrebbe fornito nuovi stimoli di conoscenza.
Ero incuriosita anche se  nello stesso tempo ero condizionata dalla paura del nuovo, dall’ansia di non farcela e tutto questo mi ha bloccata per un anno…che cosa è cambiato in quest’anno?
Ho metabolizzato, finalmente il “cambiamento” di strategie, di formazione, di conoscenze  insomma una nuova progettualità.
Ho capito che la parola chiave dalla quale partire era, appunto, “cambiamento”, dovevo slegarmi dalla tradizionale e ormai obsoleta concezione che prevedeva conoscenze teoriche di tipo manualistico per entrare praticamente nel ruolo che, un domani ormai prossimo, svolgerò e pertanto la ricchezza quasi “rivoluzionaria” che questo corso mi aveva offerto era partire dal punto di arrivo, lavorare su un obiettivo progettuale da formatore- educatore.
Per conoscere l’organizzazione e il modo in cui essa è strutturata, letta e interpretata nel tempo si possono seguire due strade, quella della “teoria”, basata sulla lettura  e la spiegazione di testi di autori che se ne sono occupati, o quella della “pratica”, che, invece, si basa sulla lettura e interpretazione diretta di una realtà organizzativa, da cui trarre spunti di riflessione teorica.
La prima modalità di apprendimento è induttiva, definita anche formazione “depositaria” in quanto trasferisce alle già consolidate conoscenze dell’allievo, elementi aggiuntivi; la seconda modalità è di tipo deduttiva, in quanto utilizza l’esperienza come molla di base per un autoapprendimento, che  stimoli curiosità e bisogno di riacquisire ulteriori conoscenze.
Seguendo il corso di Organizzazione Aziendale tenuto dal prof. Renato di Gregorio il mio compito è stato quello di imparare a formulare un progetto di formazione-intervento®. Per formazione-intervento si intende una “metodologia di sviluppo organizzativo basata sulla partecipazione ampia degli attori in gioco: lavoratori, organizzazioni sindacali, cittadini. Ciò consente agli attori coinvolti di formarsi, svolgendo un ruolo di progettista nella definizione di cambiamenti o miglioramenti organizzativi relativi al proprio ruolo di riferimento” (Di Gregorio, www.formazioneintervento.it).
La formazione-intervento fà qualcosa in più perché utilizza questo impianto complesso, teoria-pratica-teoria, al servizio di un obiettivo ancora più trainante della volontà di apprendere. Essa parte dal presupposto che un individuo attivi il suo motore interno di apprendimento, quando è posto davanti alla necessità di affrontare una progettualità impegnativa su un tema o un problema che lo riguardi direttamente e intensamente.
Sotto la guida del prof. Di Gregorio e della dott.ssa Mancini entrambi molto disponibili e soprattutto pazienti sono arrivata a stilare e consegnare il mio faticoso lavoro!!
A più di un anno dalla fine del corso di Organizzazione Aziendale, tenuto dal Prof. Renato Di Gregorio, sono qui emozionantissima a presentare il mio lavoro: un progetto di Formazione-Intervento®. Come ho già esplicitato prima la paura di non riuscire a fare quest’analisi è stata grande; il corso è stato molto significativo, in quanto mi ha fornito delle nozioni e delle conoscenze, che sicuramente mi saranno utili quando ci sarà la mia messa in discussione nel campo lavorativo.
La metodologia della Formazione-Intervento® è ai miei occhi innovativa, perché permette di arrivare al nocciolo del problema, individuando delle reali criticità e i vincoli, che impediscono una realizzazione piena ed efficace di un progetto.
Essa coinvolge, all’interno di un iter formativo, le persone per far loro esercitare meglio il ruolo nella struttura, generando così un apprendimento collettivo e una condivisione di presupposti e contenuti.
L’elemento fondamentale di questa metodologia è rappresentato dal fatto che permette di progettare modalità e soluzioni di cambiamento valide, sia per l’organizzazione che per il territorio. Inoltre un altro punto da considerare è il ruolo di consulente che ho avuto modo do svolgere per un periodo piuttosto lungo; i problemi sono stati tanti e il modo di recepire le informazioni utili al mio progetto, non è stato facilitato, però ho capito effettivamente il funzionamento e i cambiamenti che possono avvenire in un’organizzazione come il Comune.
La voglia di conoscere sempre più, di capire, mi ha spinta ad andare avanti, tanto da aver compiuto il mio lavoro. Le difficoltà sono state notevoli, come dicevo, accentuate dal fatto che non so usare bene il computer; tuttavia ho trovato molta disponibilità nella struttura docente e nel Prof. Di Gregorio.
Il ruolo di consulente mi ha permesso di pensare ad un nuovo modo di organizzare i servizi di un Ente come il Comune, inserendolo in una dimensione più ampia che comprenderà sicuramente, il territorio e i vari servizi associati ad una rete territoriale di URP.
 
 
2005, Carrano – URP del Comune di Minturno
Finalmente eccomi qui! Dopo un anno dal termine del corso di Organizzazione Aziendale, tenuto dal professore Renato Di Gregorio …finalmente anche io ce l’ho fatta a stilare un progetto di Formazione-Intervento®.
Il corso è stato veramente molto utile poiché finalmente si è passati alla pratica; esso si è sviluppato attraverso direttrici ben definite ed orientato al raggiungimento di obiettivi di apprendimento:
La Metodologia della formazione-intervento®
Il primo obiettivo è stato la conoscenza e l’utilizzo di questa nuova metodologia di progettazione, conosciuta, appunto, con il termine di Formazione-Intervento®. Essa punta a coinvolgere all’interno di un percorso formativo le persone, al fine di poter esercitare al meglio il ruolo che ricoprono all’interno della struttura, genera, inoltre, un apprendimento collettivo, consolida i ruoli che si progettano, porta ad una  condivisione dei presupposti e dei contenuti. Infine, permette di progettare delle modalità e delle soluzioni di cambiamento valide sia per la propria organizzazione sia per il territorio.
Ruolo del consulente
Nel preparare questo progetto, ha avuto la possibilità di sperimentare il ruolo del consulente. Devo dire che, mi sono trovata veramente bene in queste vesti!
Durante il mio ruolo ho constato i cambiamenti che possono avvenire all’interno di un’ organizzazione così grande come il Comune.
Ricordo benissimo il primo giorno che mi presentai al Comune: a casa avevo appreso tutte le informazioni utili e mi ero preparata una piccola lista delle domande da rivolgere. Ero molto tesa perché non sapevo se mi avessero dato ascolto. E, invece, arrivai lì e…il mio primo incontro fu con il sindaco, allora Paolo Graziano, al quale spiegai cosa facevo e cosa mi sarebbe servito per realizzare il mio progetto e posi lui alcune domande. Il giorno dopo parlai con un dipendente del comune al quale rivolsi delle domande più specifiche del tipo: esiste l’URP, è stato fatto qualcosa, … e così via. Fu un vero disastro, ebbi tutte risposte negative: ma che cos’è l’Urp, perché è importante, non so niente su questo ufficio. E così tornai a casa rassegnata e un po’ rinunciai a realizzare il progetto.
Tornai qualche mese dopo e le cose erano cambiate. Il Comune aveva firmato un protocollo d’intesa per la costituzione della rete degli URP (delibera del consiglio, n°244 del 22 ottobre 2004 ); era stato fatto un corso di formazione per la “certificazione dei responsabili” URP che si è concluso il 30 dicembre 2004; era stato formulato un piano di comunicazione per il 2005; esisteva il regolamento organizzativo dell’URP anche se non ancora approvato. Questo mi diede la forza di andare avanti perché finalmente avevo in mano qualcosa di concreto e da iniziare. 
Alla fine, poi, con le chiarificazioni del prof. Di Gregorio e della Dr.ssa Mancini sono arrivata sino qui!
 
Signore, 2005  – SUAP del Comune di Minturno
Il seguente progetto mi ha dato la possibilità di studiare la realtà del comune di Minturno relativamente al servizio SUAP e promuovere un miglioramento del suo funzionamento con l’utilizzo della formazione e lavorando sul coinvolgimento delle persone che ne fanno parte.
La metodologia della formazione-intervento ci insegna proprio ad affrontare un cambiamento all’interno dell’organizzazione, a capire pertanto come bisogna migliorarla; genera un apprendimento collettivo, consolida  i ruoli che si progettano, porta ad una  condivisione dei presupposti e dei contenuti e a progettare delle modalità e delle soluzioni di cambiamento valide sia per la singola organizzazione che per il territorio.
Per la prima volta, posso orgogliosamente affermare di aver posto in essere le mie qualità e competenze di formatore all’interno di una struttura organizzativa.
Di notevole utilità per il mio lavoro di progetto è stato il costante supporto delle consulenze in aula e on line che mi hanno dato di volta in volta la possibilità di mettere in discussione il mio operato promuovendo il dialogo ed il confronto e limitando così progressivamente tutte le difficoltà che un’attività progettuale di formazione-intervento può comportare.
Personalmente, ho registrato un discreto livello di difficoltà nella fase iniziale d’approccio che, seppur favorita da una positiva accoglienza e disponibilità da parte del personale della struttura organizzativa, è stata ostacolata da una mancata ricezione di informazioni verbali sull’effettiva ed attuale situazione in cui si trovava il SUAP. Ancora una volta, è entrata in gioco la metodologia della formazione-intervento grazie alla quale ho imparato a selezionare e ad individuare, tra svariati documenti, quelli che realmente potessero interessare il mio lavoro di progetto, affinché risultasse il più possibile efficace ed efficiente.
 
 
2005, Albanese – Centro servizi per stranieri in provincia di Frosinone
Personalmente quando ho iniziato il corso di organizzazione aziendale, mi aspettavo di dover seguire un corso tradizionale, invece man mano che proseguivano le lezioni mi sono resa conta di trovarmi di fronte ad un corso innovativo, che usciva dagli schemi ai quali fin a quel momento ero stata abituata.
Innovativo sia nel metodo che negli strumenti operativi, nonché nell’obiettivo da raggiungere: la stesura di questo progetto.
L’approccio didattico si è volto all’applicazione, infatti tale corso mi ha permesso di liberarmi degli schemi convenzionali, normalmente presenti in un’aula durante le lezioni e di preparare in modo concreto un esame e non solo teoricamente.
Questo mi ha permesso di cogliere appieno il valore della pratica perché è attraverso questa che il soggetto si forma.
Inoltre ho imparato a leggere in modo più approfondito un’organizzazione e a non vederla solo in maniera asettica, ma ad analizzarla e a capire il perché di quella strutturazione e a progettare un cambiamento.
 
 
Di Tomaso, 2005 – Progetto di Turismo integrato
Quando ho iniziato a seguire, personalmente pensavo di partecipare ad un corso come tanti, in cui la lezione teorica del docente rappresentasse il punto iniziale e conclusivo dell’incontro. Invece la mie aspettative sono state disattese e sin dall’inizio mi sono dovuta “rimboccare la maniche”. Le difficoltà incontrate durante il corso sono state numerose, questo perché mi sono trovata di fronte a situazioni completamente nuove in cui non sapevo proprio come muovermi, cosa fare e che andavano al di sopra delle mie possibilità. Al tempo stesso, però, tutto era molto entusiasmante. Prima di tutto ho avuto modo di conoscere una metodologia di lavoro nuova che non solo mi ha dato notizie, informazioni teoriche, ma mi ha permesso anche di sperimentare in prima persona ciò che avevo studiato mediante la progettazione di un progetto, cosa che durante tutto il mio percorso di studi, non avevo mai fatto.Ho acquisito un metodo di lavoro basato su procedimenti che lasciano poco spazio all’improvvisazione e che richiedono, al contrario, analisi, approfondimento, ricerca, confronto, capacità di progettare;  un metodo che crede nelle potenzialità delle persone, spronandole ed insegnando loro come allenare quest’ultime e cercare, scegliere le conoscenze necessarie per rinforzarle.
Inizialmente pensavo che la formazione tradizionale, ovvero la lezione in cui il docente si limita a fornire le nozioni allo studente senza verificare se sono state effettivamente assimilate, fosse la migliore; ora, invece, essendo venuta a contatto con la metodologia della formazione-intervento, ovvero la lezione in cui non ci si limita solo a fornire le nozioni necessarie all’apprendimento, ma vi è un coinvolgi mento attivo dello studente, in quanto esso, è chiamato oltre che a studiare,
anche a verificare ciò che ha compreso attraverso la pratica, ho avuto modo di cambiare opinione; ho notato che i risultati che si ottengono con quest’ultima sono molto più efficaci. Andare in un’organizzazione, avere i mezzi e le conoscenze per poterla comprendere, studiare  e condividere il progetto è stata una proposta davvero interessante, una vera sfida per me stessa.
In secondo luogo, questo corso mi ha insegnato ad utilizzare in maniera più appropriata strumenti informatici che conoscevo poco; mi riferisco in particolar modo all’utilizzo del programma power-point.
Grazie a consulenze e supporti di ogni genere (ad esempio le e-mail) avuti dal docente  Di Gregorio e dalla d.ssa Mancini, ora posso affermare di aver superato alcuni miei limiti e di aver imparato veramente molto.
Penso di aver fatto un grosso investimento su me stessa scegliendo di frequentare questo corso; sicuramente sono più sicura di me e delle mie capacità.
 
 
2005, Di Maio – Miglioramento dell’organizzazione Comune di Gaeta
 
Questo lavoro ha richiesto non solo molto tempo, ma anche un notevole sforzo mentale da parte mia. Alla fine, però, posso dire che mi è servito. Quello che ho appreso va al di là di ciò che si può apprendere dalla semplice lettura di un libro (noioso!). In questo caso, infatti, di fronte ad un nuovo concetto, per poterlo comprendere a fondo, io sempre nella mia mente faccio riferimento alla mia esperienza, innescando confronti e cercando similitudini nella realtà. Al contrario, dovendo stendere un progetto, ho dovuto mettere in pratica le mie conoscenze teoriche (il che non è così semplice come in apparenza sembra). E qui viene il bello, poiché in realtà tutto quello che c’era da sapere l’ho scoperto facendo. Questo lavoro ha comportato in un primo momento il pensare e poi lo scrivere, il che ha determinato nella mia mente un processo di razionalizzazione di ciò che pensavo, dal momento che attraverso la scrittura  è possibile oggettivare il pensiero, quindi, visualizzarlo e correggerlo.
Nel lavoro di progettazione l’utilizzo del Power Point (già strutturato allo scopo) ha facilitato il percorso di organizzazione della mente in quanto è uno strumento costituito da diapositive che nel loro susseguirsi impongono un ordine consequenziale al pensiero. Non si tratta semplicemente di una pagina bianca su cui scrivere, è, invece, un numero indefinito di pagine colorate che devono essere riempite interagendo con le molte possibilità grafiche che questo strumento consente (divertente!). Inoltre, tenendo conto che si tratta di una presentazione per il committente del progetto, questo impone un certo rigore perché scrivendo si deve pensare di mettere il destinatario nella migliore condizione affinché possa capire in maniera semplice il progetto.
Un altro elemento che ho trovato utile e stimolante allo stesso tempo è stato la ricerca di informazioni che potessero servirmi per il lavoro progettuale. Ciò mi ha consentito di esplorare situazioni che non conoscevo provocandomi idee nuove per progetti futuri.
Grazie.
 
2005, Capasso – Miglioramento dell’organizzazione della XVII Comunità Montana nel territorio del sud-pontino
Il corso mi ha interessato molto sin dall’inizio: in un mondo, quello universitario ma anche quello lavorativo, di cose già viste e sentite, mi trovavo finalmente di fronte a qualcosa di nuovo!
Non sono mancate le difficoltà, ma questo me lo aspettavo avendo capito subito che per portare avanti il progetto formativo proposto dal prof. Di Gregorio sarebbe stato necessario un impegno serio e costante, non solo per lo studio, ma anche e soprattutto per la costruzione di rapporti significativi e produttivi in contesti di lavoro veri e propri.
Ciò che invece non mi aspettavo è stato accorgermi che molte di quelle difficoltà ero proprio io a crearle senza rendermene conto. In effetti, per quanto affascinante fosse la “via nuova” della formazione-intervento, tutta incentrata sull’esperienza quale stimolo per un autoapprendimento che suscita  curiosità, dubbi, creatività e responsabilizzazione, non era poi così facile abbandonare la rassicurante “via vecchia” della formazione tradizionale con la sua consolidata formula di trasferimento delle conoscenze dal docente al discente.
Ero io stessa, dunque, ad opporre resistenza al cambiamento che inevitabilmente sentivo sarebbe avvenuto in me al termine del percorso. Ed infatti, solo quando finalmente mi sono lasciata andare con fiducia a questo nuovo metodo di studio-lavoro, senza tentare di ricondurlo a schemi mentali già appresi, ho superato le iniziali difficoltà e ho portato a termine il progetto, e con esso il processo di destrutturazione e ristrutturazione della mente, per dirla con Bruner, che è condizione necessaria e sostanziale dell’apprendimento.
Un ringraziamento ai docenti e ai colleghi di corso con i quali ho condiviso questo viaggio.
 
 
Scappaticci 2006, Scuola Parificata “San Benedetto”
Questa nuova metodologia di lavoro e, di conseguenza, di apprendimento ha messo, da subito, in discussione i miei schemi mentali e la mia formazione e scolastica e universitaria. Lo studente si sa, non è una “tabula rasa” e, anche durante le lezioni, sono stati vari i tentativi di aprire i “cassetti della memoria”, per trovare delle risposte che potevano portare ad una “soddisfazione provvisoria”. E, invece, quanto veniva detto in aula “cozzava” con la memoria…Per dirla secondo la terminologia di P. Fraire, citata dal prof. Di Gregorio, si è trattato proprio  di smantellare e rimontare anni e anni di Formazione depositaria. Voglio dire che, a differenza di quanto avviene nelle altre discipline, qui si tratta di confrontarsi con una innovazione, dove quasi quasi non c’è posto per la conoscenza già acquisita!
Si è dato molto spazio alla parola, alla riflessione, alla discussione e, soprattutto, all’intuizione e alla creatività. Non sono mancati gli ostacoli, le incertezze, i momenti di “panico intellettuale” e “di vuoto”, soprattutto durante le varie fasi di realizzazione del power point di progetto.
Io credo che la metodologia della Formazione-Intervento sia l’equivalente dell’apprendimento del metodo di studio, ci vuole un po’ per orientarsi, ma una volta appreso non si dimentica più e serve vita natural durante!!! Visto che oggi tutto gira intorno a 2 parole-chiave: Life Long Learning e cultura di progetto. Questa può essere letta, al tempo, come un’opportunità ed una sollecitazione, che fa esperienza e formazione!
Inoltre è stata una delle rare volte in cui, studiando, l’emisfero destro si è preso una rivincita su quello sinistro, visto che non si è trattato solo si apprendimento mnemonico.
Quello di Organizzazione Aziendale sicuramente è un corso che rimarrà impresso nella mia memoria. Ne ho colto la novità fin dalla prima lezione. Con una certa curiosità (propria dei bambini che "sperimentano" un nuovo gioco), mi sono messa in discussione da subito, pur mostrando attimi di ritrosia, o meglio di timore di fronte alle difficoltà, ma d’altronde chi non teme l’ignoto? Solo chi non possiede oppure rifiuta di sfruttare adeguatamente questa grande facoltà: la ragione.
È stata un’esperienza di studio e di lavoro in aula (work shop) e a casa (project work) che mi ha arricchita nel mio vocabolario lessicale (proprio delle scienze economiche e giuridiche) e nei rapporti interpersonali, infatti mi ha permesso di rapportarmi con diverse persone: il corpo docente, reperito spesso per le consulenze, ma anche con i diversi committenti delle scuole. Mi ha insegnato a livello tecnologico a familiarizzare con il power point e, a livello comunicativo, a "negoziare" e a "scambiare" le informazioni, ho sperimentato "dal vivo" una famosa formula che è scritta su molti manuali, cioè il "sapere", il "saper essere" e, soprattutto, il "saper fare".
Certo, sarebbe stato più semplice, adottare il vecchio metodo dell’apprendimento mediante il ricorso al libro e al massimo alle lezioni in aula in cui il discente è spettatore quasi “passivo“, ma ora mi rendo conto che questa strada della formazione è scontata e troppo spesso abusata, nonché poco originale e, in fin dei conti, lascia il tempo che trova. Da questo corso ho appreso che si può raggiungere un traguardo di formazione più alta e non di routine, perché ormai non è più possibile contare sulla seguente equivalenza «laurea = lavoro assicurato e gratificante». Piuttosto deve scattare quel “quid“, cioè quel qualcosa in più che fa la differenza rispetto alla tanta omologazione che c’è in giro.
Mi sono adoperata molto, soprattutto per me stessa e per il mio futuro lavorativo, nel portare a termine nel migliore dei modi il progetto, in base alle possibilità e alle risorse su cui ho potuto contare. Ho comunque avvertito degli oneri in termini di energie e di tempo, ma ne è valsa la pena se, alla fine, mi è rimasto qualcosa dentro, mi riferisco in primis al famoso “know how“ di cui nessuno potrà mai privarmi: questo è il traguardo della vera conoscenza. Mi dispiace per chi non ha avuto la possibilità di conoscere il vero apprendimento.
 
Ragozzino, 2006- Servizio Rifiuti del Comune di Caserta
La formazione-intervento è un momento di apprendimento per tutti coloro i quali vi partecipano, essa parte dal presupposto che quando le persone sono coinvolte in maniera attiva affrontano il problema e, in questo caso la progettualità, in maniera più impegnativa.
Proprio per questo attraverso il mio progetto di miglioramento ho avuto l’opportunità non solo di conoscere meglio la realtà del mio comune di appartenenza, calandomi in un ambito totalmente nuovo, ma anche di apprendere un sistema di studio estremamente innovativo e pratico, lontano da una tipologia di lavoro statica e standardizzata.
Questo metodo di studio è molto stimolante, ma presenta diverse difficoltà, ecco perché ritengo che un sostegno da parte del docente, del consulente, così come l’ho ricevuto anche io, sia fondamentale.
 All’inizio del mio percorso ero molto sfiduciata, non sapevo con precisione in che modo pormi nei confronti del personale del comune, non sapevo in che modo organizzare le informazioni e in che modo applicare le mie conoscenze teoriche alla realtà che avevo dinnanzi ma una volta recatami presso gli uffici, e ripeto grazie poi al continuo sostegno del corpo docente sono riuscita ad affrontare le diverse difficoltà che ho incontrato durante il tragitto in maniera, spero, ottimale.
 
 
Molendini, 2006 – Magazzino Cosmetici “Cosmitalia” di Cervaro
Il corso di organizzazione aziendale per me è stato una vera e propria novità in tutti i sensi. Prima di tutto perché ho appreso un tipo di metodologia completamente diversa da quella a cui ero abituata, ed in secondo luogo perché per me è stata una vera e propria avventura.
Infatti sono stata diversi mesi in Belgio per svolgere attività di Servizio Civile e non sono riuscita a studiare a distanza per sostenere l’esame nel tempo opportuno. Questa cosa mi ha scoraggiato molto, mi sentivo davvero persa, e l’unica soluzione che mi sembrava più plausibile era quella di aspettare il momento più favorevole, quindi seguire il corso non appena mi liberavo da questi impegni.
Quando ho seguito il corso molti dubbi mi si sono chiariti, il professore era sempre molto disponibile ad ogni chiarimento, ma le difficoltà erano tante.
In aula era tutto chiaro, tornata a casa ero colpita da un’insicurezza e da un’ansia quasi paralizzante, non mi riconoscevo più.
Mi giravo attorno e vedevo le mie amiche, che avevano seguito il corso circa un anno prima, che non avevano ancora sostenuto l’esame di organizzazione aziendale e mi chiedevo cosa stava succedendo!
Ero abituata ad un tipo di formazione tradizionale caratterizzata da uno studio teorico slegato dalla pratica,ad un tipo di formazione depositaria, per cui ho incontrato notevoli difficoltà, proprio perché mi sono trovata di fronte ad una realtà completamente nuova ed innovativa.
Devo riconoscere che le lezioni del prof. Di Gregorio ogni giorno che passava mi “illuminavano” ed in un certo senso mi orientavano verso la comprensione di terminologie per me completamente nuove. All’inizio ero molto spaventata, avevo paura di non potercela fare, mi sentivo chiusa in un labirinto, è strano ma è così! Ma seguendo le lezioni piano piano mi appariva da lontano e sfumata la strada giusta, dentro di me cresceva la sfida e la voglia di dimostrare a me stessa che potevo farcela.
Oltre all’apprendimento di una nuova metodologia, ho familiarizzato molto di più con il computer, perfezionando le mie conoscenze nel campo informatico.
Mi sembrava di avere davanti a me un cammino lunghissimo da percorrere, tanto lungo da spazientirmi molte volte, ma la voglia di farcela, il supporto che sentivo presente e concreto, mi incoraggiava ad andare avanti.
Credo proprio che questo corso incida proprio sulla formazione globale di ogni persona, mette in gioco tante emozioni diversificate che si concretizzano in due parole: DEVO FARCELA!!!
 
 
Salvatore, 2006 – Ristorante “La Sordella” di Cervaro
Arrivare alla conclusione di questo percorso tanto arduo quanto entusiasmante è per me motivo di enorme soddisfazione.
A dire la verità, in un momento iniziale ero sconcertata, non speravo di poter riuscire a realizzare tutto quello che a lezione si spiegava, di cui chiedevo e che mi incuriosiva.
La difficoltà iniziale che ho avuto è stata quella di inquadrare la fase dello Scenario  e poi quella della Analisi, quindi capire le differenze e spiegare come ogni gradino serve al successivo.
In seguito, tradurre in progettazione tutte le informazioni raccolte durante il percorso ha richiesto del tempo per non tralasciare nessun aspetto analizzato.
 
Il presupposto con cui nasce e si sviluppa il corso per me è fondamentale e lo contraddistingue da altre discipline.
In questo percorso siamo stati noi studenti, i protagonisti di una attività professionale vera e propria.
Innanzitutto, mi è stata trasmessa una metodologia con cui studiare una organizzazione, sconosciuta o meno, che si analizza con occhi diversi, esperti e razionali;
La flessibilità è la maniera con cui si opera durante il percorso: prima ho studiato un aspetto, poi un altro; in seguito i sono accorta di aver trascurato qualcosa e sono venute in mente nuove idee;
Nel corso dello studio organizzativo vengono utilizzati vari strumenti specifici per ciascuna fase che si analizza; Durante le fasi, ad esempio dell’analisi o del benchmarking, si è realizzata la mia mobilità;
 
Il corso di Organizzazione Aziendale si è particolarmente contraddistinto per l’affiancamento che, figure professionali ed esperte quali Metodologo e Consulente di Processo (assistente del Professore), hanno svolto con disponibilità verso di me durante lo svolgimento del mio studio, fornendomi consigli, chiarendo dubbi e spesse volte, rassicurandomi...
E infine, verificare l’apprendimento. Questa fase che si pone come ponte fra gli studenti e i docenti, in questo corso ha assunto un ruolo prezioso sia per valutare le competenze da me apprese che per migliorare ulteriormente l’offerta disciplinare.
 
E’ per questa serie di caratteristiche che posso affermare di aver vissuto attivamente, da protagonista un percorso accademico unico e irripetibile.
 
Per quanto mi riguarda l’intero percorso di studi universitario dovrebbe basarsi sul presupposto che ha animato il corso e sul percorso che ho affrontato con questa disciplina, in questo modo molte delle lacune che appartengono al nostro sistema educativo sarebbero colmate.
 
 
Rivetti, 2006 – Laboratorio di sostegno handicap della Scuola Media Statale Gaetano Di Biasio (CE)
Ciò che più volte ricorre alla mia mente, e che spesso ho fatto notare anche durante lo svolgimento delle lezione allo stesso insegnante, è la situazione di partenza, dove difficile è stato comprendere semplicemente il termine di progettazione, e ciò che in seguito all’apprendimento sono stata in grado di realizzare. Mettere in pratica quindi un vero intervento. Utile mi è stata non solo la lettura dei libri di testo, ma soprattutto seguire le lezioni tenute dal Prof. Di Gregorio, e il continuo e costante controllo della Dott. ssa Mancini.
Capacità di negoziare un intervento e degli obiettivi con chi è a capo della struttura organizzativa sulla quale ho posto la mia attenzione,
di conseguenza l’ acquisizione di una capacità di osservazione diretta.
Una nuova metodologia di studio che tenga conto non solo della teoria, alla quale siamo stati abituati sin dall’inizio del Corso Di Studi scelto, ma anche della pratica attraverso la quale ci si rende conto anche delle proprie capacità di progettazione e acquisizione di nuove conoscenze.
Infine ho appreso ciò che credo possa essere uno dei principi portanti della progettazione e di questo corso: “La bellezza della creazione è la creatività”!
Concludendo ho:
§         Progettato un intervento reale e posso verificare la possibilità di vederlo applicato visto che insegno in quella scuola;
§         Approfondito le conoscenza di problematiche scolastiche;
§         Acquisito una metodologia di lavoro e progettazione;
§         Applicato la teoria ad un intervento pratico e reale;
§         Condiviso il lavoro con i docenti con i quali sono entrata in contatto;
§         Utilizzato tecniche comunicazione anche informatiche;
§         Avuto consapevolezza di un continuo apprendimento necessario alla formazione personale.
 
 
Coreno, 2006 – Organizzazione dell’azienda Marmi Zola per la commercializzazione del marmo
Ho riscontrato una grande disponibilità da parte del docente e della dott.ssa Mancini sia durante il corso in cui molteplici sono stati i chiarimenti dati a proposito di qualunque concetto poco chiaro, ma anche attraverso la comunicazione fatta attraverso lo scambio di e- mail. Questa disponibilità da parte del personale docente non è sempre data per scontato nell’ università.
Per quanto mi riguarda ritengo che il corso per quanto complesso sia stato molto interessante!
Il problema che, secondo me, deve essere preso in considerazione è che: non è quest’ esame astruso, ma è l’ Università che non fornisce le basi che preparino a progettare nei diversi ambiti pubblici e privati gli studenti che decidono di intraprendere un corso  per divenire formatori già con la laurea triennale in Scienze dell’Educazione, non ci sono corsi di supporto, i pochi corsi che dovrebbero dare una certa preparazione agli studenti sono svolti da docenti che non sono in grado o sono poco all’ altezza di tenere un corso per mancata esperienza o perché avendo acquisito quella cattedra in qualche modo si adattano.
Dico questo perché ho potuto sperimentare sulla mia pelle tutto ciò, essendo quasi giunta a conclusione anche di questo corso di studi universitario.
Occorrerebbe fare, a mio avviso, formazione.- intervento anche nella nostra facoltà, forse si imparerebbe almeno ad avere una forma mentis per affrontare i problemi che ci sono;  il vero  problema è che è difficile ammettere, per molti, i propri limiti, mettersi in discussione e migliorarsi, ciò vale sia tra gli studenti che tra i docenti.
Ho potuto perciò rilevare, durante il corso ed anche successivamente, che le persone non vogliono mai o quasi mai mettersi in gioco e sperimentare qualcosa di diverso.
Io ho vissuto l’ esperienza di costruire il progetto come una sfida con me stessa, che ha messo in gioco le mie capacità, che mi ha portato a compiere uno studio più approfondito della materia per meglio capire, comprendere e posso concludere che tutto il corso di organizzazione aziendale mi ha permesso di condurre un’ulteriore riflessione su cosa voglio fare del mio futuro: mi piacerebbe occuparmi di formazione, fare progettazione, far comprendere agli altri quanto questo sia importante, farglielo sperimentare ed apprezzare anche se costa un po’ di impegno.
So che mi occorrerà sperimentare, studiare e sempre più migliorarmi in quest’ambito ma è una sfida con me stessa e come tale la porterò avanti!
 
Bendinelli, 2006 – Organizzazione del Servizio Civile, presso il Comune di Aquino all’interno dell’Unione dei Comuni Cinquecittà
Il progetto su esposto è nato seguendo le lezioni del corso di Organizzazione Aziendale il quale ha evidenziato l’utilizzo di una nuova metodologia, quella della formazione-intervento.
Appena entrata in contatto con questo metodo mi sono sentita disorientata poiché, non avendo mai studiato e né sentito parlare degli argomenti inerenti a tale materia, tutto mi risultava complesso, facendo insorgere la preoccupazione di non riuscire a concretizzare tale progetto e una sorta di diffidenza nei confronti del corso in quanto lo stesso mostrava, fin dall’inizio, un metodo totalmente differente da quello usato per le altre discipline di studio. Infatti alle lezioni prettamente teoriche, dove il docente si limitava a fornire nozioni, si sostituivano lezioni dinamiche, dove l’obiettivo fondamentale non era solo quello di uno sterile nozionismo bensì quello di coinvolgere attivamente gli studenti mediante una verifica reale di ciò che si stava apprendendo.
All’inizio del corso da una parte riscontrai entusiasmo, poiché affrontavo qualcosa di nuovo e concreto, e dall’altra paura poiché ritenevo l’elaborazione del progetto complicata e difficile tanto da pensare che non sarei stata in grado di portarlo a termine.
Oggi dopo aver elaborato il corrente progetto ritengo di aver accresciuto le mie conoscenze di strumenti, contenuti validi e concreti che potranno aiutarmi a svolgere un futuro ruolo lavorativo, in linea con il  percorso di studi seguito.
Questo corso mi ha dato la possibilità di riuscire a conoscere di fatto la realtà di una organizzazione, attraverso l’indagine dettagliata mediante l’analisi (fasi fondamentale al fine di gestire e ideare un percorso progettuale).
Importante e fondamentale è risultata altresì la possibilità di apprendere una nuova metodologia, quella della formazione-intervento, che richiede un’analisi, una ricerca, un confronto, buona capacità progettuale e creativa mettendo da parte la pura improvvisazione ma altresì affina e arricchicchisce le capacità comunicative e relazionali.
 
 
Di Leone, 2006 - Miglioramento funzionalità organizzativa della linea di produzione dell’Azienda “Componenti S.P.A.” di Cassino
Organizzazione Aziendale: sin dall’inizio la denominazione di questo corso ha destato la mia curiosità. Pertanto, l’ho affrontato da subito con grinta e determinazione.
Soprattutto il metodo di didattica scelto dal docente, ha reso possibile che noi allievi partecipassimo in modo attivo allo svolgimento del corso e quindi, del tema assegnatoci.
Il corso ha richiesto un certo impegno applicativo, diverso dal comune, e non nascondo che ci sono stati momenti in cui avrei preferito gettare la spugna per le piccole, ma tante difficoltà che si incontrano. Infatti, non sempre si è di fronte  ad una committenza  molto disponibile, la quale difficilmente prende seriamente le proposte di analisi e miglioramento dell’azienda, voglio dire che la difficoltà sta proprio nel farsi prendere in considerazione. Un ostacolo che può sembrare banale ma che invece non lo è per chi, come me, si è cimentato per la prima volta in un percorso insolito, che ti porta ad avere seri contatti relazionali-comunicativi con le aziende prese in esame.
Penso, sia questa la difficoltà maggiore, la quale si supera bene se ci sono la motivazione e il desiderio di apprendere metodi nuovi, ma ancora più importante è il rapporto docente-alunno, un interagire costantemente insieme in modo che:
lo studente possa chiarire di volta in volta la metodologia da adottare e, il docente misurare le difficoltà, le paure e i tempi di apprendimento dei propri allievi.
Nonostante le mie perplessità, ho iniziato il lavoro scegliendo una organizzazione per me nuova, una S.P.A. di Cassino.
Inizialmente,non riuscivo ad immedesimarmi nella figura del “Formatore”, ponevo domande a me stessa complesse per quello che , in realtà, avrei dovuto fare…
Il ruolo assegnatomi, lo vedevo più grande di me ma grazie al sostegno del Professore Renato Di Gregorio e all’assistenza della Dottoressa Maria Mancini, i quali hanno saputo giustamente dare preziosi consigli, il mio iter procedurale  e il processo metodologico adottato, si è rilevato sempre più chiaro.
La metodologia insegnataci dal docente, la  “formazione-intervento”, ha suscitato nella mia persona una spinta motivazionale, la quale mi ha portato ad apprendere un modo diverso di comunicare, ed essere protagonista di un percorso formativo-progettuale durante il quale ho sviluppato un positivo apprendimento.
E’ stata un’esperienza ricca, che mi ha insegnato tanto, migliorando le mie competenze, facendomi comprendere un modo diverso di operare, interagendo direttamente con gli attori dell’azienda.
Ringrazio vivamente il Professor Di Gregorio per i suoi insegnamenti che mi hanno aiutata a crescere, ad avere più fiducia nelle mie potenzialità e a sviluppare un apprendimento con una metodologia non tradizionale. Una cosa è certa: sono riuscita a raggiungere il mio obiettivo!
 
 
Di Majo, 2006 - Miglioramento delle attività dell’organizzazione Associazione Culturale “Domenico Cimarosa” di Caserta
La mia esperienza di insegnante mi ha portato spesso sia ad organizzare che a partecipare a dei progetti di miglioramento, affrontati fino ad ora con una metodologia classica, dove la modalità di apprendimento di tipo induttivo, generalmente punta a trasferire elementi aggiuntivi all’interno del bagaglio di conoscenza del discente.
Prima della frequenza del corso quindi, gli interventi progettuali con cui ero venuta a contatto, erano tutti di stampo classico e si basavano, essenzialmente, su attività di indottrinamento da parte di esperti, lasciando poi agli “allievi” l’arduo compito di applicare la teoria acquisita al proprio specifico problema.
All’inizio del corso sulla metodologia della Formazione – Intervento, la mia difficoltà maggiore si presentava proprio nell’abbandonare gli schemi classici della progettazione. Nell’apprendere la Formazione – Intervento ho constatato che l’esperto in questo caso non si limita a fornire teorie generali, ma insegna conoscenze teoriche e soprattutto metodologiche per imparare a progettare il miglioramento.
Una delle caratteristiche della metodologia della Formazione – Intervento, da me apprezzate, è stata quella di coinvolgere attivamente tutti i partecipanti di un progetto, i quali non si devono limitare solo a studiare quanto spiegato, ma a verificare la reale comprensione della teoria mediante la pratica ma, l’eccezionalità sta nel considerare la capacità di progettare che tutte le persone hanno, offrendo loro gli strumenti adatti per esercitarla. Pertanto le persone di un’organizzazione o di parte di essa, nel partecipare al processo di cambiamento, diventano “artefici” del cambiamento, oltre che i fruitori dello stesso, con la garanzia che il progetto sarà protetto dagli attacchi di scetticismo che il più delle volte ostacolano la  realizzazione dello stesso.
Le persone che lavorano assieme ad un progetto utilizzando la metodologia Formazione - Intervento, sviluppano anche una comunicazione “reale” tra di loro, molto più efficace di ogni altra forma di comunicazione “formale”.
Concludendo, posso affermare che aver appreso la metodologia della Formazione – Intervento  vuol dire aver appreso il modo per coinvolgere tutti coloro che sono impegnati in attività di miglioramento in un percorso attivo in grado di valorizzare le potenzialità che sono in ognuno di loro.
Questa partecipazione al processo di innovazione dove ognuno apprende, progetta e realizza, con strumenti e tecniche, consente alle persone di mettersi in gioco per realizzare il progetto.
Una metodologia, dunque, che crede nella ricchezza degli individui e nelle loro potenzialità.
 
 
Martone, 2006 - Miglioramento dell’organizzazione per l’uso dell’aula di informatica della Scuola Primaria “Porta Roma” dell’Istituto Autonomo Comprensivo “Ettore Fieramosca” di Capua anche per attività in orario extra scolastico
 
Alla fine del mio percorso di progettazione stento a credere di essere riuscita a realizzare un progetto di cambiamento e miglioramento. Se penso alla fase iniziale mi assalgono ancora alla mente l’ansia, le incertezze e i dubbi con i quali ho dovuto convivere per molto tempo. Ero convinta che non ce l’avrei mai fatta e che non ero capace di apprendere con questa nuova metodologia del fare, abituata da sempre a ricevere passivamente la teoria da persone al di sopra di me che ne sapevano di più. Con questa nuova metodologia è stato un continuo mettersi in discussione e una costruzione attiva del mio sapere. Mi sono sentita protagonista della costruzione attiva delle mie conoscenze e competenze, è stato un arricchimento continuo, dovendo continuamente procurarmi notizie utili per il mio lavoro di progettazione attingendo a diverse fonti: il prof., i libri, scambio di esperienze con Internet,… La mia conoscenza si è arricchita di esperienze locali e nazionali grazie alla fase di Benchmarking prevista dalla Formazione-Intervendo, arricchendo così la mia capacità creativa di trovare soluzioni innovative e originali. Solo facendo ho appreso pian piano il metodo della Formazione-Intervento e mi sono lasciata coinvolgere da esso.
Proprio così questa è la sensazione che ho provato un coinvolgimento totale di tutta me stessa nel progetto e nello stesso tempo ho nutrito in me la speranza del buon esito di esso.
Per quel che riguarda la mia formazione questa esperienza di progettazione mi ha consentito di apprendere una nuova metodologia, la formazione/Intervento, un metodo con il quale ho imparato a mettere in pratica un progetto di intervento sviluppando:
§         capacità di attenzione nel saper individuare nell’ambiente circostante le spinte innovative e alla luce di esse proporre cambiamento di strategia all’organizzazione;
§         capacità di negoziare l’obiettivo di miglioramento con lo sponsor dell’organizzazione;
§         capacità di osservazione partecipante;
§         capacità creativa e flessibilità mentale nel proporre soluzioni innovative e originali ai problemi.
 
 
Rossi, 2006 - Miglioramento della funzionalità dell’organizzazione per l’Associazione di Promozione Sociale “L’Aquilone” di  Formia (LT)
Aver appena concluso un iter progettuale di organizzazione aziendale secondo la metodologia della Formazione – Intervento ® mi gratifica certamente molto.
Considero ora ciò che ritenevo un limite  per le mie competenze all’inizio del corso universitario di Organizzazione Aziendale (A.A. 2005/2006), ovvero la novità di intraprendere qualcosa totalmente ex-novo rispetto non solo ai contenuti tematici ma soprattutto nella didattica.
La prima impressione è stata sicuramente di smarrimento ma ho avuto conferma nel tempo di quanto affermava il Prof. Di Gregorio durante le lezioni frontali che volendo prepararci ad affrontare la novità ci rassicurava del fatto che si sarebbero alternati  momenti di incertezza ad altri di piena comprensione come quando un inventore o un artista giunge a veder conclusa la propria opera. Adesso posso dire di essere riuscita a ricomporre i pezzi del puzzle e se dovessi dare un consiglio a chi si accinge a scoprire la Formazione – Intervento ®, gli direi innanzitutto di non avere fretta di vedere concluso il progetto, senza misconoscere l’impegno da dedicargli. La scoperta ha bisogno del suo tempo e penso che questo dipenda molto dal nostro grado di curiosità e intraprendenza. Così come quando si inizia l’analisi della struttura, ad esempio, si ha in mente una scaletta ben definita delle informazioni necessarie ma ogni informazione ricevuta diventa subito un nuovo step da dove si comincia a cercare per capire altro.
Ciò che mi ha colpito maggiormente della Formazione – Intervento ® è uno dei suoi cardini principali e cioè la fiducia nelle persone in quanto tali e quindi capaci di progettare il cambiamento. Penso che sentirsi efficaci e capaci di portare a termine un compito – in questo caso la realizzazione di un progetto di organizzazione aziendale – abbia un notevole peso sulla propria autostima, valorizzazione di sé e soprattutto sulla propria identità professionale. L’aver concluso il progetto costituisce così, per me, un buon rinforzo.
Studiando un’organizzazione non posso non rendermi conto che l’elemento centrale e più importante di qualsiasi organizzazione è quello umano. Le persone che compongono un’organizzazione, con la loro intelligenza e creatività sono in grado di determinare il cambiamento. Questo studio mi ha dato conferma di come possiamo diventare causa di effetti e non affetto di cause e come possiamo essere lo strumento del cambiamento quanto del non-cambiamento se non sappiamo leggere opportunità e sollecitazioni, definire i nostri limiti e saper progettare soluzioni ad essi o se non vogliamo renderci conto delle criticità per paura di cambiare. Ecco allora il senso di quando si dice ormai, ripetutamente, che la qualità dei processi di formazione nei processi organizzativi è, e sarà sempre più, l’elemento chiave del successo laddove più menti lavorano per il raggiungimento di un obiettivo comune.

                                                                                                                                                        

Reale, 2006 – URP del Comune di Sant’Andrea al Garigliano (FR)
Con l’esame di organizzazione aziendale presso il Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione mi sono accostata per la prima volta alla metodologia della formazione – intervento, con le sue fasi, la terminologia inglese che usa, la “tecnica” che richiede.
Noi giovani studenti di Cassino, utilizzando tale metodologia analizziamo gli enti pubblici e le imprese del territorio, studiando le loro organizzazioni e suggerendo soluzioni idonee per migliorarle, stabilendo così un raccordo tra il mondo del lavoro e il mondo dell’università e apprendendo con maggiore efficacia le teorie per il nostro mestiere futuro, “quello di formatori”.
Attraverso questa esperienza ho appreso cosa significa progettare e realizzare i cambiamenti nelle organizzazioni, con l’obiettivo di far funzionare le organizzazioni di questo territorio a vantaggio del benessere dei cittadini che lo vivono e che lo amano
In conclusione, posso affermare, che nonostante le difficoltà iniziali, dato che si trattava di utilizzare una metodologia a me sconosciuta, sono stata, infine, molto soddisfatta, perché ho avuto modo nel corso della stesura del progetto di sperimentare realmente ciò che negli ultimi anni universitari avevo acquisito solo in teoria.
Inoltre ciò che mi ha dato maggior soddisfazione è la constatazione che il mio intervento mirasse a sviluppare un processo di apprendimento non solo personale ma anche per l’organizzazione affinché potesse trarre vantaggio dalla mia offerta progettuale. Ma l’emozione più forte l’avrò, sicuramente, nel momento in cui vedrò la realizzazione di tale servizio nel mio comune, perché con ciò avrò contribuito al bene della mia comunità.
 

 
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