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Organizzare le Organizzazioni del Territorio: il ruolo della formazione-intervento

Programma

Apertura del Convegno

Caterina Cittadino

Antonio Naddeo

Bepi Tomai

Aurelio Iori

Luca Zaia

Costantino Formica

Mauro Frongia

Claudio Stanzani

Massimo Tomassini
 
  
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Roma 25 Gennaio 2000
Formazione-Intervento e Territorio
 
Aurelio Iori

 
Molti Comuni non hanno ancora attivato lo Sportello Unico per le attività produttive e non hanno ancora avuto nessuna richiesta di apertura di avvio di un’impresa; esiste pertanto un problema amministrativo di gestione delle richieste e, quindi, un problema di accordo, di concertazione fra Amministrazioni, fra Comuni, Province, ASL.
 
C’è un modo di affrontare le politiche pubbliche in Italia che non è adeguato quando si tratta di politiche pubbliche che riguardano il territorio perché è impossibile pensare di controllare tutti i fattori che comportano lo sviluppo di un territorio.
 
Bisognerebbe fare memoria storica per capire gli effetti di certe politiche di sviluppo locale da parte dell’amministrazione, bisognerebbe rivedere le politiche di programmazione, capire quale relazione esiste tra definizione degli obiettivi e la loro messa in atto.
 
L’esempio dello Sportello Unico dovrebbe far capire che la formazione – intervento ha vari vantaggi: i partecipanti all’attività formativa sono messi alla prova, le teorie vengono calate sul terreno per cui sia il corpo docente che il progettista di formazione devono portare a buon fine il progetto stesso.
 
Sarebbe interessante che il progetto di neo inserimento di nuove o tradizionali figure professionali nella Pubblica Amministrazione si trasformasse da pura e semplice formazione professionale in cui si apprendono i rudimenti del buon tecnico o del buon amministratore che opera in un ente pubblico, ma che diventassero uno strumento di innovazione.
 
In Francia, all’interno di scuole di formazione per la Pubblica Amministrazione c’è un gruppo di docenti che ha il mandato dall’amministrazione pubblica locale per  sviluppare un cambiamento, per sviluppare un progetto e, sulla base di questo progetto, si imposta un programma formativo che, proprio perché c’è una base progettuale iniziale ed un mandato esplicito da parte degli amministratori, deve produrre anche un intervento di cambiamento per cui non solo i partecipanti devono acquisire nuove teorie, nuove tecniche, ma occorre anche metterli in pratica con una finalità precisa.
 
C’è un’incongruenza nel sistema italiano quando si parla di formazione per gli adulti, di formazione durante tutto l’arco della vita, perché i potenziali partecipanti non sono gli interlocutori del progetto, non fanno parte del gruppo di attori a cui viene data voce per poter decidere e valutare lo stesso progetto, per cui è giusto che ci siano delle tecnicità relative alla valutazione come quella di efficienza, di fine attività, quella d’impatto.
I soggetti partecipanti sono tutt’al più oggetti di sondaggio, ma non sono soggetti o attori di scelta quando esiste, già oggi, un potenziale mercato della formazione, quindi una molteplicità di offerta.
 

 
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