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Il programma del Convegno

Sintesi del Convegno

Renato Di Gregorio

Alessandro Semplici

Domenico De Santis

Luciano Ceccarelli

Carta di Aalbourg e Agenda 21

Formazione-Intervento
 
  
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Morolo 21 Ottobre 2004
Formazione Intervento e Sviluppo Sostenibile
 
Renato Di Gregorio

 

Devo ringraziare molto il sindaco Massimo Silvestri perché oggi pomeriggio avviamo un’altra grande iniziativa su questo territorio, la dobbiamo celebrare e festeggiare perché siamo al termine di una prima esperienza e stiamo per iniziarne un’altra con la consapevolezza che quella precedente ci ha dato dei risultati positivi. Io vedo qui delle facce note: il sindacato, le associazioni imprenditoriali, il personale del comune che ci ha seguito, cioè vedo qualcosa che è già storia, qualche cosa che è già avvenuta. E’ vero che ci sono molti visi non conosciuti;  ho visto che ci sono dei cittadini giovani che non hanno cariche istituzionali, ma sono curiosi e vedo che ci sono delle persone che hanno seguito i corsi per la realizzazione dello sportello SUAP, ma vedo anche dei volti nuovi che stanno seguendo i corsi per la certificazione URP. Quindi posso dire che siamo a metà di una strada e siccome questa strada ci ha dato dei risultati  siamo incoraggiati ad andare avanti, a percorrere altre strade. Nelle strade che abbiamo già fatto e in quelle che ci accingiamo a fare c’è un termine specifico che qualifica e certifica il tipo di intervento che ci accingiamo a fare: partecipazione! In tutti i programmi fatti e in quelli da fare l’elemento qualificante non è la conoscenza cattedratica, io sono qui non come professore dell’università ma come “metodologo” come colui che può aiutare qualcun altro a fare e a progettare l’innovazione. Stamattina ero presso il commissario straordinario del governo per il federalismo, cioè quello che ha realizzato il processo di trasformazione della P.A., che si sta chiedendo cosa ha sbagliato nel processo che ha attuato e come poter migliorare questo processo. E quello che abbiamo scoperto nella nostra ricerca  è proprio la difficoltà derivante dalla mancanza di partecipazione e di progettualità. Se questa progettualità viene concentrata, verticalizzata, collocata solamente al vertice delle istituzioni e non coinvolge la cittadinanza  forse è perché ha degli obiettivi diversi, vuole raggiungere dei risultati forse diversi. Siccome pensiamo che essa deve servire sostanzialmente a migliorare la qualità della vita all’interno dei territori dove i cittadini vivono, penso che i primi che debbono sviluppare questa progettualità  sono proprio loro.

La formazione-intervento è una metodologia che consente ai cittadini di progettare e partecipare alla progettualità per il miglioramento della qualità della loro vita. Il miglioramento dei servizi incide sulla qualità della propria vita perchè migliora quelle condizioni di sviluppo del territorio che consentono alle persone di trovare occupazione qualificata.

Su questo piano penso che ci dobbiamo impegnare tutti!

 

Quando parliamo di partecipazione e progettualità, queste ci sembrano delle cose semplici ma non lo sono affatto, soprattutto quando queste sono diffuse. Noi siamo abituati che chi fa progetti è un ingegnere, chi fa progetti organizzativi è un consulente, ma se vogliamo pensare che sono le persone che fanno progettazione forse dobbiamo trovare delle metodologie che consentano alle persone di partecipare consapevolmente. Esse non devono essere pezzi di un mosaico che ha una regia oscura, ma come elementi fondamentali del cambiamento.

Rispetto alla necessità di avere una METODOLOGIA EFFICACE  che consenta veramente la partecipazione bisogna lavorare e impegnarsi.

Coloro che in Italia si sono impegnati  su questo fronte e che hanno fatto uno sforzo per trovare il metodo migliore per consentire questa partecipazione e progettualità non devono mai smettere di ricercare e mai smettere di impegnarsi, semmai devono insieme raccogliere altre competenze, altre energie e altre risorse. Questa sera sono contento di avere accanto a me, oltre alla dott.ssa M.Mancini che mi segue all’Università, anche la prof.ssa  Ivaldi perché dal 1972 abbiamo cominciato a sviluppare le nostre esperienze sui processi di cambiamento. Dal 1972 in Italia alcune persone si sono occupate di come migliorare la qualità della vita negli ambienti di lavoro e sui territori e di come migliorare la vita all’interno delle organizzazioni . E’ opportuno e necessario che ci siano dei giovani che continuino a ricercare questo modo migliore per vivere all’interno delle organizzazioni. Oggi sentiremo alcune esperienze raccontate proprio dalle ragazze che stanno cominciando ad occuparsi di questa materia e che già da un anno stanno operando per lo sviluppo di questo territorio. Per impegnare sempre nuove persone su metodologie partecipative che consentono alle persone di progettare e partecipare all’innovazione, abbiamo pensato, insieme al Sindaco di Morolo, che questa realtà potesse essere un luogo dove attivare ricerche, dove ospitare i giovani, dove realizzare dei progetti di ricerca, dove sviluppare un dialogo.

Noto che questa struttura si presta a tale scopo, poiché da una parte c’è la biblioteca e dall’altra il forum dove poterci incontrare.

Noi ci siamo impegnati a portare gli studenti, a realizzare dei progetti, a fare della ricerca, ad arricchire la biblioteca di testi che riguardano anche i processi di cambiamento, la gestione dell’innovazione, la Pubblica Amministrazione, i servizi. Sono tutti argomenti su cui tutti ci dobbiamo formare, ma su cui spesso non troviamo il testo nelle nostre biblioteche. Abbiamo firmato questo accordo ad agosto di questo anno e oggi ne volevamo dare pubblica diffusione e volevamo fare su questo accordo un dibattito per capire come ulteriormente sviluppare questo impegno, come alimentare le ricerche, su che cosa orientare il nostro impegno progettuale, su che cosa far lavorare i giovani che impegneremo, tutto ciò coinvolgendo tutte le università che sono intorno a questo luogo (Cassino, Roma, Napoli). Per questo abbiamo invitato l’università di Cassino e ”la Sapienza di Roma” ad essere qui con noi. Oggi è una giornata importante perché abbiamo una collaborazione che consente a questo luogo di essere un luogo di ricerca, di confronto, di approfondimento, di scambio di esperienze sul tema della partecipazione e della progettualità. E’ chiaro che su questo argomento dovevamo trovare anche un tema specifico su cui concentrare la nostra capacità progettuale. A Sperloga, comune dell’area di Latina, abbiamo fatto un’operazione dello stesso genere e abbiamo pensato che forse l’area di approfondimento possa essere quella dello sviluppo locale, quello degli innovatori, quello che studia il modo con cui si possono attivare processi di cambiamento. Ogni anno ci incontriamo in quel luogo con gli studiosi di tutta Italia per fare il punto della situazione. Il 26 dicembre ci sarà a Sperlonga il convegno annuale su questo tema.

Con la provincia di Lecce abbiamo pensato che uno dei temi importanti sul terreno è quello della informatizzazione della Pubblica Amministrazione, quella che va sotto il nome di E-Governement, amministrare attraverso internet. Qui l’Istituto e la Provincia di Legge hanno fatto un accordo per sviluppare un dibattito incentrato sull’innovazione tecnologica, sulle nuove forme di informatizzazione dei servizi, sull’innovazione dell’informatica. Questo sarà un altro nucleo per lo  sviluppo delle conoscenze su come riuscire ad essere efficaci in quel settore.

Discutendo della collocazione geografica di Morolo, dei problemi di Morolo e dei molti comuni che insieme a Morolo hanno accettato di costruire un’associazione di Comuni, chiamata SER.A.F.(19 comuni), abbiamo riflettuto su quale poteva essere il tema da approfondire e abbiamo convenuto che qui c’è da coniugare gli aspetti di sviluppo economico e industriale con quelli della salvaguardia ambientale.

Lungo l’autostrada si sviluppano attività di carattere industriale, ma i paesi  che restano sulle pendici dei monti hanno anche altre prospettive; c’è un’imprenditoria turistica, una ambientale, una dei prodotti tipici, una del turismo culturale, una del turismo religioso e  ci sono tante altre iniziative. È dunque necessario stabilire una coerenza tra lo sviluppo industriale e altri tipi di sviluppo. Allora il tema ambientale diventa fondamentale, insieme  al tema della sostenibilità, perché cerca di coniugare i due aspetti, cioè lo sviluppo industriale e il rispetto ambientale, della cultura, della storia, delle caratteristiche della socialità di un determinato territorio. Allora questo è il tema che riguarda Morolo e anche tanti altri comuni della provincia di Frosinone e in particolare i comuni che si sono associati in SER.A.F.. Ed ecco perché la giustificazione di questo accordo. Le ricerche che faremo verteranno sul tema della sostenibilità. Il dibattito di stasera inizia e si sofferma sulle metodologie che affrontano questo tema. Agenda 21 è una metodologia che serve per affrontare questo tema; è stata studiata in questo modo e noi, su questo tema, rifletteremo. Però siccome dobbiamo fare “ricerca” non possiamo soffermarci solo sulla metodologia, ma dobbiamo pensare come migliorarla andando a verificare le esperienze altrui per l’Italia e nel resto dell’Europa. Abbiamo notato che la partecipazione non è affatto facile, che la progettualità non è affatto scontata; spesso si trasforma in un fatto di facciata, a volte diventa immagine invece che sostanza e noi vogliamo la sostanza al centro del dibattito di stasera, come avvio di ipotesi di ricerca collettiva, come modo per affrontare il tema della sostenibilità in quest’aerea.

L’obbiettivo specifico che abbiamo è quello di trovare come applicare la metodologia più efficace per realizzare questo impegno e come coniugare le metodologie che sono proprie dell’Agenda 21 con la metodologia della Formazione-Intervento che è stata sperimentata in questo luogo come una metodologia accettabile e praticabile.

Questo è il tema che tratteremo in questo incontro. Se stasera affrontassimo il tema dell’Agenda 21, come unico problema, forse avremmo qualche problema in più, perché dovremmo costruire una struttura ad hoc per affrontare questo tema. Invece essendo a metà della strada e avendo già sperimentato delle strutture di cooperazione, sia tra i comuni, sia tra i comuni e gli altri enti e le associazioni imprenditoriali. Non dobbiamo far altro che utilizzare la stessa struttura per più progetti. Noi abbiamo un Comitato di Garanzia, che è un luogo dove noi ci sediamo e parliamo con le associazioni imprenditoriali e professionali, con le organizzazioni sindacali. Con loro si analizzano i problemi da affrontare. Se questo è il tema che viene affrontato per far funzionare gli uffici URP, non vedo perché non possa essere lo stesso luogo dove poter affrontare i problemi di miglioramento ambientale delle imprese che le associazioni rappresentano. Se abbiamo costituito un comitato per gli enti terzi, che raggruppa i comuni e tutti gli altri enti locali della Pubblica Amministrazione, il che vuol dire che ci si incontra per discutere dei problemi che abbiamo in comune, è chiaro che se questo comitato esiste e funziona per lo sportello per le attività produttive, non vedo perché non debba essere utilizzato per mettersi d’accordo su come regoliamo il tema ambientale su questo territorio, visto che gli enti sono sempre gli stessi. Essendo ad una fase significativa di questo percorso dovremmo essere più ottimisti, perché alcune strutture che sono proprie del governo dei sistemi partecipativi sono state già sperimentato, le prime battaglie le abbiamo già fatte, la fiducia si è già cominciata a stabilire, nelle riunioni, le persone sono sempre più numerose.

In questa sede il nostro intento è di occuparci di più cose.

Il primo è affrontare questo tema e impegnarci in una serie di ricerche di approfondimento, di progetti che ci consentono di affrontare il tema della sostenibilità in modo più attrezzato.

Secondo, vogliamo verificare se i comuni che partecipano a SER.A.F.  hanno interesse ad attivare, oltre ai tre progetti che sono stati già avviati, anche un quarto sul tema della sostenibilità.

Le strutture che governano il processo cooperativo che si è sviluppato in questo periodo per il SUAP possono essere le stesse strutture che collaboreranno anche per questa iniziativa.

Terzo, le strutture possono essere integrate.
 

 
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