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Obiettivo del Convegno

Programma

Domenico De Masi

Massimo Silvestri

Andrea Pala

Caterina Cittadino

Maria A. Mancini

Silvano Del Lungo

Ivetta Ivaldi

Renato Di Gregorio

Gli impegni post Convegno
 
  
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Sperlonga 26 Ottobre 2004
Formazione-Intervento e Innovazione Organizzativa per lo Sviluppo Locale (le figure del cambiamento)
 
Andrea Pala

 

<p>Sindaco del Comune di Valledoria, Andrea Pala</p>Valledoria fa parte dell’Associazione Territorio, che unisce 14 Comuni situati in due regioni del nord della Sardegna, l’Anglona e la Gallura (esclusa la Costa Smeralda).
 
Voglio soffermarmi su un tema importante, già ampiamente trattato dal prof. De Masi, quello delle difficoltà che hanno oggi i sindaci ad amministrare un territorio. A questo proposito presento la mia esperienza.
Sono un amministratore complessivamente da dieci anni. Tutto è nato quasi per gioco. Subito dopo la laurea vivevo a Sassari, capoluogo di provincia, e non intendevo tornare nel mio paesino, dove non c’erano grandi possibilità di lavoro. Ho pensato allora, insieme ad un gruppo di amici, di formare una lista, con la quale abbiamo vinto le elezioni.
Da qui è iniziata l’avventura, che fin dall’inizio ha presentato per noi grossi problemi, proprio perché non esiste una scuola di Pubblica Amministrazione e noi ci trovavamo improvvisamente a ricoprire dei ruoli per i quali non avevamo esperienza.
Abbiamo dunque vissuto tutti i problemi giustamente sollevati dal prof. De Masi, e in più diverse altre difficoltà. Oltre al problema consueto rappresentato dall’ostilità di quella parte della popolazione che non ci aveva votato, bisognava anche amministrare in rapporto con alcuni consiglieri che non solo non fornivano contributi positivi, ma anzi ostacolavano spesso le iniziative. Del resto va considerato che in una realtà piccola come la nostra, che ha un’altissima percentuale di dispersione scolastica, non è facile trovare collaboratori di elevata preparazione culturale.
Più volte ci trovammo poi ad affrontare la questione della consulenza, dato che un sindaco, soprattutto in un piccolo paese, si trova quasi quotidianamente a ricevere proposte in questo senso. Durante il mio primo mandato, infatti, tantissimi consulenti si sono avvicendati nel nostro comune, rivelandosi successivamente abbastanza deludenti.
 
In quel periodo nel territorio stava maturando un certo cambiamento. Molti giovani si affacciavano alla politica, e questo generò un notevole ricambio generazionale. La prima importante conseguenza di questo mutamento è stata che, in un certo senso, i campanili si sono abbassati e ci siamo così trovati a condividere idee e problemi, rinunciando alle rivalità, in considerazione anche del fatto che le problematiche delle nostre realtà erano abbastanza simili.
Col tempo abbiamo anche progressivamente condiviso un’idea di sviluppo, chiedendoci poi quale fosse la strategia migliore da seguire, e quale consulenza potesse aiutarci a mettere in pratica le nostre idee. Abbiamo conosciuto allora Impresa Insieme, e la metodologia innovativa di formazione-intervento che ci proponeva.
Dopo tutta una serie di incontri e un avvio innegabilmente difficile, soprattutto per la diffidenza iniziale nei confronti della novità, ci siamo organizzati, grazie appunto alla consulenza, in un’associazione. Non siamo partiti, come nel caso illustrato dal sindaco di Morolo, dalla possibilità di ottenere un finanziamento, ma il nostro primo passo è stato quello di condividere un’idea e realizzare una serie di progetti, da presentare poi per il finanziamento.
Così, invece di formare una struttura gerarchica che condividesse la globalità dei progetti, abbiamo deciso di affidare ad ogni comune il compito di occuparsi di un progetto specifico per conto di tutti. Un comune ha gestito per tutti il SUAP, un altro l’URP, un altro ancora il marketing territoriale. A Valledoria è stata affidata la gestione del progetto sulla dispersione scolastica. Tutte queste iniziative, elaborate con l’aiuto della consulenza, sono state poi presentate per la richiesta di finanziamento, in base ai bandi di volta in volta disponibili.
 
Indubbiamente si è trattato di un modo per noi nuovo di operare. A differenza di quanto accadeva in passato, non abbiamo affidato all’improvvisazione la gestione del finanziamento, ma ci siamo preparati a monte.
Da qui nasce l’esperienza di Valledoria, che, come si è detto, è Comune capofila del progetto sulla dispersione scolastica, essendo uno dei Comuni con la percentuale più alta di dispersione scolastica (30%) della provincia di Sassari, e della Sardegna. Abbiamo quindi cercato di capire come questo problema poteva essere più efficacemente risolto, quali erano i punti di maggiore criticità e i motivi per cui questo fenomeno era così forte.
Il primo passo è stato quello di avvicinare la scuola alle istituzioni, formando prima di tutto i docenti, insieme alle amministrazioni stesse e ai sindaci. Un’esperienza estremamente interessante è stata quella di far seguire ai ragazzi l’attività del sindaco per una settimana, in modo che condividessero con lui i problemi e le occupazioni quotidiane. È stato entusiasmante anche per i sindaci, perché spesso i ragazzi hanno manifestato curiosità ed interessi davvero singolari, che hanno fatto comprendere più a fondo anche l’ottica con cui i giovani guardano a certi problemi.
Le scuole si sono così avvicinate agli enti locali, che hanno potuto approfondire le cause dei problemi legati al mondo scolastico. Questo progetto è stato poi finanziato dall’unione europea, e, sulla scorta di questo, un altro progetto, che si chiamerà “Delfino” e andrà avanti nei prossimi anni, ha ottenuto un nuovo finanziamento.
Diverse iniziative stanno parallelamente andando avanti. Il risultato più importante è che gli amministratori locali hanno superato barriere e confini, fino a qualche anno fa radicati. Si è sviluppata inoltre una positiva concorrenza leale, allo scopo di offrire ai cittadini sempre più servizi di qualità.
 
Grazie alla formazione-intervento  abbiamo potuto affrontare anche un altro problema spinoso, quello della formazione del personale interno. Nei piccoli comuni, per la scarsità di fondi, non è spesso possibile avere a disposizione tecnici di alta specializzazione e manager preparati, che avrebbero comunque un costo elevato. C’è inoltre anche la difficoltà oggettiva di sostituire il personale, un po’ per scarsità di risorse e un po’ perché i rapporti personali rendono tutto molto più complesso. Sono realtà difficili da comprendere per chi non le vive.
Pertanto la formazione delle risorse umane che si hanno a disposizione, oltre ad essere una necessità, serve senz’altro a crescere tutti insieme. Il personale, infatti, ha acquisito la consapevolezza di doversi formare e di dover collaborare allo sviluppo del comune e dell’associazione. Questo processo è stato anche favorito dal fatto che tecnici di vari comuni, soprattutto nei comitati, hanno avuto occasione di confrontare idee ed esperienze, a vantaggio di tutti.
Il problema della formazione del personale è reso ancora più pressante dal fatto che, mentre i comuni costieri, in tutto questo tempo, hanno potuto eleggere sindaci progressivamente più giovani, i comuni dell’interno hanno mantenuto invece amministratori sempre di una certa età. Ciò è anche dovuto al preoccupante fenomeno dello spopolamento dei piccoli comuni interni, non favoriti sicuramente dalle recenti leggi.
La valorizzazione delle risorse umane attraverso la formazione è dunque l’aspetto più rilevante di crescita del nostro territorio. Perché, come si è detto, se il reperimento delle risorse finanziarie rappresenta un problema primario dei piccoli comuni, quello delle risorse umane è altrettanto importante. E valorizzare quelle che ci sono a disposizione diventa un dovere imprescindibile, oltre che una grande opportunità di sviluppo.


 

 
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