Il prof. Renato Di Gregorio presidente dell’Istituto di Ricerca sulla Formazione-intervento di Roma, già professore all’Università di Cassino in sociologia dell’organizzazione e organizzazione aziendale, ha presentato un nuovo “modello” di associazionismo finalizzato al governo locale, più snello e promettente di tante altre formule finora tentate: Unioni, Comunità Montane, Consorzi, Agenzie, ecc, tutte più costose e ridondanti. Egli ha sostenuto che il Territorio, come quello della provincia di Frosinone, si può equiparare ad una “impresa divisionalizzata” che ha tante “divisioni” quante solo le aree territoriali a sviluppo distintivo. Ha fatto dunque l’esempio delle aree del Vino: il Cesanese e il Cabernet, rispettivamente a Nord ( Piglio, Paliano, Serrone e Acuto) e a Sud est ( Atina), le aree del Marmo di Coreno, le aree della meccanica a Cassino, quelle della chimica alle falde dei Monti Lepini, quelle dei borghi medievali dei comuni dei monti Ernici, quello del turismo religioso intorno all’Abbazia di Montecassino, quella della salute a Fiuggi e dintorni, quella dei Parchi in essere (Monti Simbruini) e in divenire (Monti Lepini). In queste aree/divisioni, egli ha auspicato un raccordo molto stretto tra gli amministratori e gli imprenditori per uno sviluppo equilibrato e sostenibile, sia delle produzioni che del territorio che le ospita così da assicurare, sia la qualità della vita di lavoro che la qualità stessa della vita di tutti i cittadini che vi risiedono. Dall’altra parte, va pure organizzata la “rete dei servizi” ( marketing, sportello per le imprese, sportello per il cittadino, ecc) che è quella che deve assicurare alle aree l’erogazione di servizi omogenei, a basso costo, per via delle economie di scala, e ad alta qualità, per le risorse qualificate che vi possono lavorare. Il professore ha dunque presentato il modello che si basa sostanzialmente in una forma articolata di associazionismo che contempla sia il governo divisionale della aree a sviluppo distintivo (ABD) sia il governo dell’area dei servizi comuni a tutte le aree. Ha poi aggiunto che è proprio il processo di realizzazione del modello che può costituire il miglior modo per sviluppare un apprendimento delle persone delle organizzazioni del territorio e contribuire alla loro formazione, più di qualsiasi altra forma tradizionale di formazione. Questa specifica modalità di coinvolgimento e di apprendimento lui la chiama “formazione-intervento” , metodologia certificata e registrata che oramai si insegna anche presso le Università. La sua relazione è tra gli allegati riportati a fianco. |