Dal 1994, anno della Conferenza Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo tenutasi ad Aalborg in Danimarca, il concetto di Agenda 21 si colloca al centro dell'attenzione di governi nazionali ed enti locali. Il documento proponeva di offrire una valida risposta agli innumerevoli problemi ambientali, economici e sociali della Terra e pretendeva di produrre uno strumento operativo per realizzare quello sviluppo sostenibile augurato da tutti i paesi, poveri e ricchi, durante lo storico vertice di Rio del 1992. L'obiettivo dello sviluppo sostenibile era, e lo è ancora oggi, accrescere il benessere dell'umanità controllando le risorse a disposizione, individuando i bisogni da soddisfare, salvaguardando l'ambiente senza compromettere la vita delle generazioni future. Da questi importanti propositi, è nata Agenda 21 Locale la quale indica alle comunità interessate come gestire al meglio le proprie risorse senza creare disagi all'ambiente. Per questo, in Italia esiste il Coordinamento delle Agende 21 Locali italiane a cui aderiscono Città, Province e Regioni che stanno elaborando la propria Agenda 21 Locale. E' attraverso la Dichiarazione di sostenibilità che si legittima il processo di Agenda 21 locale e se ne fanno partecipi tutte le realtà dell'amministrazione. Quest'ultima si impegna a favorire la crescita del territorio in un'ottica di sviluppo sostenibile ed è adottando una politica di sostenibilità economica, ambientale e sociale che riesce a realizzare il consenso e la partecipazione dei cittadini. L'Agenda 21 è uno strumento di governance che si fonda sulla partecipazione, come condizione necessaria per la buona riuscita del processo. Proprio nel documento elaborato a Rio, le autorità locali vengono designate come le responsabili del processo di coinvolgimento della popolazione: "Le autorità locali devono avviare un processo di consultazione per raggiungere un consenso sull'Agenda 21 Locale. Ogni autorità locale deve dialogare con i propri cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare, infine, un processo di Agenda 21 Locale"( Agenda 21, Capitolo 28). Il processo di pianificazione deve coinvolgere tutti gli stakeholders del territorio, in modo che ognuno porti le proprie istanze e aiuti le autorità a stabilire i traguardi da raggiungere, le modalità e i tempi con cui procedere alla realizzazione dei diversi progetti. L'obiettivo è quello di raggiungere il consenso tra le parti e di agire mediante iniziative congiunte tra i diversi livelli e settori per raggiungere obiettivi condivisi. Ma la partecipazione della comunità ai processi di Agenda 21 Locale va stimolata e incoraggiata, onde evitare una scarsa rappresentatività dei gruppi che vi prendono parte. A questo proposito, esistono delle metodologie accreditate a livello europeo, i cui risultati, però, non sono stati quelli auspicati. Fra gli strumenti di visibilità e comunicazione è da notare la recente spinta di molti Comuni, Province e Regioni ad aprire un proprio portale sulla rete. La visibilità per questi Enti è assicurata dalla grande occasione che offre internet: milioni di utenti connessi da tutte le parti del mondo possono divenire possibili consumatori, investitori, destinatari dei servizi offerti. In Italia esiste il portale www.marketingterritoriale.it che racchiude in sé informazioni utili su molti comuni. Le comunità locali hanno così l'opportunità di mostrare i propri sportelli attivi per il pubblico, i servizi pubblici e privati, le peculiarità turistiche ed ambientali. La presenza sulla rete, consente quindi, la valorizzazione oltre che la visibilità e soprattutto per quei Comuni che hanno adottato Agenda 21 può servire come dimostrazione ed esempio di buona pratica a livello nazionale e internazionale.
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